Milano scelta per celebrare "OCCH-IO" (EYE-I) il progetto performativo - fotografico di Annalaura di Luggo nato al fine di cogliere in e restituire in forma “amplificata”, un aspetto peculiare dell’identità, che appartiene ad ognuno, “l’occhio” con una evidenza sulla parola IO per evocare quella singolarità di cui è portatore ciascun individuo.
Occh-IO verrà poi esibito a Torino (The others) Miami, New York, Istanbul, Hong Kong, Dubai e Basel, ma Milano è' stata scelta come sede per l'anteprima mondiale e, la storica filiale di Monte Paschi di Siena in Santa Margherita, ha aperto le porte per questa spettacolare presentazione all'interno degli eventi dedicati all'Expo.
Se infatti è' vero che il tema dell'Expo è' nutrire il pianeta, energia per la vita è' sicuramente vero che Occh-IO vuole comunicare proprio il rispetto per l’energia irriducibile dell’umano, valorizzare l’identità della persona, coi suoi diritti inalienabili, come essenziale nutrimento della civiltà, come risorsa fondamentale per il presente ed il futuro del pianeta.
Dopo un'introduzione dell'Amministratore Delegato Fabrizio Viola, Annalaura di Luggo ha svelato un'immagine raffigurante la folla al Palio di Siena ed è' partita dal romanzo di Pirandello "Uno Nessuno e Centomila" per riportare l'attenzione ad una sollecitazione a vivere con piena consapevolezza la propria unicità di individui, lottando per evitare di diventare massa standardizzata, messaggio sposato in pieno dalla filosofia del gruppo Monte Paschi che riesce a trattare ogni cliente come essere singolo degno della dovuta considerazione.
“L’attenzione rivolta all’occhio è per me celebrazione della vita intesa nella sua essenziale “complessità”- dice Annalaura di Luggo- "e' un modo possibile per riportare il valore dell’uomo, la sua identità, il suo significato, i suoi diritti, al centro del dibattito"
Durante la serata tra luci suoni suggestioni ed un Wine tasting sono stati presentati 6 occhi affiancando nomi noti come Antonio Banderas, Kerry Kennedy e Alessandro Preziosi a chi invece non ha alcuna notorietà, ma si impone prepotentemente al centro della scena: l'occhio diventa così uno strumento di parificazione che prescinde da sesso, età e posizione sociale.