NAPOLI EDEN
Artista | Annalaura di Luggo
Curatore | Francesco Gallo Mazzeo
Coordinamento | JUS Museum, Napoli
Direttore tecnico | Luca Pasquarella
Partner | CIAL (Consorzio Imballaggi Alluminio)
Patronicio | Comune di Napoli
Assessorati alla Cultura e al Turismo, alla Pubblica Illuminazione
ai Giovani e al Patrimonio
Napoli Eden di Annalaura di Luggo (Napoli, Dicembre 2018 - Gennaio 2019), a cura di Francesco Gallo Mazzeo e con il supporto del CIAL (Consorzio Imballaggi Alluminio) è un progetto artistico diffuso realizzato in quattro piazze della città di Napoli (Piazza Municipio, Galleria Umberto I, Largo Baracche, Largo Santa Caterina). Un’ipotesi di “giardino artistico” formato da quattro installazioni monumentali eseguite con materiali di scarto (in questo caso elementi di alluminio) che, attraverso il linguaggio dell’arte, diventano simbolo di riscatto e di rinascita, incoraggiando il dibattito sulla sostenibilità nella città natale dell’artista: Napoli.
L’artista Annalaura di Luggo ha eseguito un’operazione di selezione degli scarti di lavorazione in alluminio e di ri-costruzione degli stessi al fine di farli trasfigurare in opere d’arte uniche e originali, capaci di reinterpretare in chiave estetica ed etica il materiale di risulta. Si tratta di un’ipotesi artistica di un ritorno ad un grande giardino che è un luogo dove si possa vivere in pace gli uni con gli altri e diventa un’ipotesi politica, urbanistica, etica, estetica e morale.
Queste installazioni dotate di luce automoma hanno illuminato artisticamente la città per tutte le festività natalizie ed hanno avuto come “fil rouge” la rinascita della città di Napoli che, grazie alla luminosità restituita dall’alluminio, diventa linguaggio trasversale con la funzione di sensibilizzare sulle tematiche ambientali e sociali, presentandosi agli occhi dei cittadini e dei turisti in alta forma di creatività.
Questo progetto ha ispirato la realizzazione del film Napoli Eden, con la regia di Bruno Colella, la direzione della fotografia di Blasco Giurato e distribuito da Ambi international e TaTaTu.
Presentazione del curatore:
Napoli Eden. È un’idea, è uno specifico, è un progetto. Lo spazio è quello storico, attuale, indicibilmente affascinante, quanto complesso, del centro di Napoli, perno fondamentale della metropoli, del mito e della realtà, del mito che tende a diventare oggetto concreto e della realtà che si tramuta in dramma, in tragedia ma anche in sublime seduzione e in contemplazione senza fine, tra pietre, odori e sapori. L’idea e il progetto per questa edizione di Napoli Eden è quella della disseminazione in piazze, strade, vicoli e luoghi dello splendore (galleria), fatto con strumenti ordinari nei materiali e nella tecnica, portati alla vitalità artistica e sottratti al destino di morte in discarica o magazzino. Si pensa ad una invenzione ad una artisticità, fatta di alluminio e altri materiali manipolabili, trasformati in opere d’arte, colorati, illuminati, che sfidano l’architetturalità, in una idea di barocco contemporaneo, nella sua essenzialità, quella di non avere un centro e tante periferie, ma una grande e diffusa centralità, che tenda ad abolire il concetto stesso di periferia, in una modernità che supera il concetto di prospettiva e lo fa diventare una grande teatralità, che nella sua cronologia definita, tende ad indicare un cammino di speranza in cui ciò che c’è
oggi è una tappa, di un itinerarium di gioia e felicità. È il modo in cui l’utopia dell’arte, traduce il suo non luogo, che nella fantasia, nel reale, nel materiale, di ciò che non serve ad un bisogno specifico, ma insegna la bellezza del gesto, del dono, in una città bene di tutti e non casa di nessuno, per cui si pensa che questo “esperimento” si possa e si debba estendere ai mille luoghi di Napoli che sono oltre il centro storico e attendono, nei tempi brevi di passare dalla aridicità che li ha concepiti e voluti, in maniera abissale e senza qualità, in luoghi dell’identità, in devozione alla bellezza. Per questo pensiamo anche a momenti della parola, del dibattito, dell’inchiesta, perché l’arte pubblica non è, non deve essere una imposizione aristocratica, autoreferente, ma una poesia, un dialogo. Ad Annalaura di Luggo, artefice designante e designata di questa osservazione natalizia che non vuole essere affogata nella retorica, ma si propone come prova del nove che sappia mettere insieme il presente-passato, il presente-presente, il presente-futuro, perché a dominare deve essere la vita, la fede, la speranza che è un modo di stare nella tradizione o nella classicità, con sperimentazione, con innovazione, altrimenti non resta che il tradizionalismo folcloristico e il classicismo mortuario. Nella città di San Gennaro, di Pulcinella, di Raimondo di Sangro, di Benedetto Croce, bisogna saper vedere lontano e sentire vicino, per non inciampare e non errare inutilmente. Per questo il suo stemma è un occhio, un iride, una pupilla, un reale vedere.
Per ulteriori info: http://www.jusmuseum.com/napolieden.html